“Parliamo il giochese?” Ecco alcune idee per aiutare i propri figli in vacanza ad interagire con bambini stranieri.

Vacanze all’estero con i bambini: la lingua non è uno scoglio
Quante volte vi sarà capitato di escludere le vacanze all’estero per paura che i vostri figli si sarebbero annoiati per via della difficoltà di comunicazione? Finchè i bimbi sono piccoli, effettivamente, il problema non si pone ma, quando superano i quattro anni, la comunicazione verbale diventa, a dire il vero, fondamentale. Tuttavia, con un po’ di impegno, da parte dei genitori, ed una buona dose di inventiva, il problema della comunicazione può essere superato, senza dover rinunciare ad una vacanza in qualche meta esotica.
Partire da casa preparati è fondamentale
E’ vero che, spesso, quando scatta il feeling, soprattutto tra bambini, l’improvvisazione è la cosa migliore ma qualche accortezza da tenere a mente fin dal momento della partenza può essere molto utile.
Ad esempio, fondamentale sarà chiedere ai propri figli di imparare alcuni vocaboli base della lingua parlata nel paese in cui si è diretti. Frasi tipo “Come ti chiami?”, “Io mi chiamo…” o “Quanti anni hai?” sono utilissime per rompere il ghiaccio e ispirare subito simpatia.
Un’altra tattica preventiva può essere quella di portare con sé materiale visivo: libri illustrati, fotografie e disegni. In particolare, sarebbe molto interessante portare immagini della propria casa, del proprio paese, della propria famiglia. Tutto questo materiale tornerà sicuramente utile nel momento in cui vostro figlio conoscerà un bimbo del luogo e potrà intrattenerlo, senza bisogno di parole, mostrandogli semplicemente le immagini della propria vita.
Se il bimbo ha tra i tre ed i nove anni, anche fogli e pennarelli non possono mancare in valigia: se incontrerà un altro appassionato di disegno le ore insieme scorreranno veloci.
L’importanza del supporto di mamma e papà
Se voi genitori parlate la lingua del paese in cui siete diretti, tutto sarà più facile, naturalmente. Non occorrerà, in realtà, fungere da interpreti per ogni conversazione tra i piccoli ma, magari, solo aiutare entrambi a capire le regole dei giochi che, poi, verranno svolti, in autonomia.
Le attività che si possono proporre sono infinite: dal classico Nascondino, a Fulmine, fino all’intramontabile Morra Cinese. Organizzarsi per fare qualcosa insieme è ancora più facile e sarete stupiti di come i vostri bimbi riusciranno a costruire bellissimi castelli di sabbia, capanne o piste per le biglie insieme ai loro “soci indigeni”.
Se i genitori hanno voglia di dare ancora supporto al gioco dei bimbi, un’altra attività molto divertente da fare è quella di trasformare la difficoltà linguistica, da acerrima nemica ad alleata. Il genitore può, così, fungere da arbitro, chiedendo ad uno dei bimbi di disegnare un oggetto o un animale girando subito dopo il foglio; a questo punto dovrà pronunciare il nome di ciò che ha disegnato nella propria lingua, sfidando l’altro bambino a scoprire di cosa si tratta. Coi bambini più piccoli sarà poi molto bello giocare ai versi degli animali e scoprire come, in ogni lingua, i versi del cane o del gatto, ad esempio, abbiano suoni diversi per i bambini che li imitano.
Aggiungi un posto a tavola…ed è subito amicizia
Un altro modo infallibile per aiutare il vostro bimbo a fare amicizia con bambini stranieri è quello di preparare un pasto per entrambi, magari cucinando qualcosa di molto tipico. In questo, a dire il vero, noi genitori italiani siamo molto avvantaggiati! Non serviranno parole per intrattenere i bambini, le bocche saranno piene!
Sempre il cibo e la commensalità sono alla base di un’APP molto simpatica, chiamata Eatwith, che aiuta i turisti a mettersi in contatto con gente del posto pronta a cucinare per loro. Nella scelta dell’ospite, è bene cercare chi possa garantire la presenza di coetanei dei propri bimbi!