Scegliere di trascorrere le vacanze in Salento in famiglia significa immergersi nell’ azzurro del suo mare, nei profumi della sua cucina e nel calore della sua gente.
Il Salento è il tacco d’Italia, la punta estrema del nostro stivale che ogni giorno per prima vede sorgere il sole, i cui ingredienti fondamentali sono storie antiche e tradizioni, borghi silenziosi e cittadine vacanziere, musiche dai ritmi vorticosi come la taranta e la pizzica, oltre a una gastronomia gustosa dalle porzioni molto generose. Il mare che la lambisce è un invito a bagnarsi, immergersi, tuffarsi sia che si costeggi il frastagliato versante adriatico, sia che si scopra la sponda ionica di sabbia finissima dove le spiagge sono state ribattezzate – a ragione – Maldive e Caraibi.
Le principali località balneari del Salento
Per le famiglie che amano i soggiorni marittimi in luoghi paradisiaci, le località balneari sono molte: Santa Cesarea Terme, Marina di Pescoluse e Torre del Pizzo solo per fare alcuni nomi e non perdersi nell’imbarazzo della scelta. Quanti invece amano ritirarsi in spiagge meno frequentate dove i più piccoli possono muoversi su ampi spazi, il Salento offre delle aree protette e talvolta un po’ selvagge dove gustarsi il suo mare spettacolare e la natura spesso incontaminata.
Uno dei posti dove godersi otto kilometri di spiaggia poco affollata anche in alta stagione è la Riserva Naturale dello Stato – Oasi WWF Le Cesine, collacata geograficamente tra le più note San Cataldo e Torre dell’orso. Nell’oasi si può entrare entrare solo accompagnati perché l’area naturalistica è protetta ed è un luogo speciale in cui passeggiare, praticare trekking o fare un giro in bicicletta lungo i sentieri segnati, pagando un biglietto d’ingresso variabile a seconda dell’attività scelta. Le Cesine vennero dichiarate riserva nel 1980 per conservare e salvaguardare da speculazioni una zona ricca di flora e fauna, che ne fanno oggi uno spazio piacevole da visitare in qualsiasi stagione, ma soprattutto in primavera quando la fioritura raggiunge il suo culmine.
Sul versante marittimo opposto, sulla costa che corre tra Gallipoli e Porto Cesareo, un altro Parco Naturale Regionale garantisce scenari incontaminati e bagni in un mare da sogno. Il nome Porto Selvaggio in questo caso è quanto di più preciso poiché l’area è composta da oltre 300 ettari di pineta e da più di sette kilometri di costa sabbiosa con dune alte. Raggiungibili percorrendo alcuni sentieri e strade sterrate sotto la pineta, la Baia di Porto Selvaggio e quella di Uluzzo sono paradisi di acqua cristallina dove sgorgano anche fonti dolci che rendono il bagno ulteriormente rigenerante.
Gli antichissimi dolmen del Salento
Lasciando invece il mare, a malincuore, nell’entroterra salentino si possono scoprire dei monumenti storici differenti dal solito, completamente immersi nella natura e di origine tanto antica quanto sconosciuta. Sulla strada che da Minervino porta a Uggiano la Chiesa, in un campo del Fondo Scusi si trova un dolmen di 3,8 x 2,5 metri. Battezzato il Dolmen Li Scusi è appoggiato al suolo su otto pilastri. La sua funzione originaria è tutt’ora un mistero: si ipotizza fosse un nascondiglio, oppure un luogo di sepoltura. Di fatto però molta parte del Salento è costellata di dolmen e menhir, divenuti parte di un percorso culturale del territorio tra ulivi secolari, vicoli di campagna e masserie. Tra tutti meritano di essere visti il Menhir del Teofilo (a Martano), che coi suoi 5 metri è il più alto d’Italia, e quello di San Paolo (a Giurdignano) alla cui base è stato ricavato un anfratto con affrescata un’icona bizantina, a testimoniare che questa terra generosa è sempre stata un crocevia e un concentrato di civiltà, popoli e leggende, le cui tracce si distinguono e si confondono. Ma comunque affascinano.
Autore: Barbara Oggero